Maestri collaboratori in Germania: starter pack

Ed eccoci ancora una volta a parlare della terra teutonica in materia di maestri collaboratori, anzi, di Korrepetitor!

Ma perché sempre la Germania?, mi chiederete. Esisteranno pure anche altri Paesi…

Beh, sì. Ma scelgo di parlare frequentemente della Germania a voi che mi leggete, ma anche ai miei allievi, per due ragioni: la prima è che avendo avuto la fortuna di viverci per diversi anni ho ben presente le dinamiche lavorative, sociali e pratiche che possono essere più utili a chi volesse informazioni spicciole sul mondo del lavoro musicale d’Oltralpe. La seconda è che, oggettivamente, la Germania è forse il Paese con la maggiore offerta di lavoro trasparente e accessibile, vale a dire: molti teatri pubblicano sul web e sulle riviste specializzate le audizioni. Non si va per conoscenze o per sentito dire: ci sono canali appositi (siti, bandi pubblici sulle testate giornalistiche) che permettono a chiunque di venire a conoscenza delle principali selezioni per maestri collaboratori, registi, direttori d’orchestra, tecnici e cantanti e inviare quindi la propria candidatura – poi farsi invitare è un altro paio di maniche, ma ci arriviamo.

Primo: la conoscenza del tedesco è fondamentale.
Il requisito messo al primo posto in qualunque bando di selezione va dalla gute Kentniss (buona conoscenza) alla Beherrschung der deutschen Sprache (padronanza della lingua tedesca), perché logicamente la maggior parte del lavoro si svolge in tedesco. Tuttavia anche se il vostro tedesco è più vicino al celebre “Ich habe fertig” di trapattoniana memoria che a un’ode di Schiller, non pensate di non avere chance: soprattutto nei grandi teatri ci sono diversi maestri collaboratori, ed è probabile che cerchino uno specialista in lingua straniera (italiana soprattutto), quindi potrebbero chiudere un occhio sul vostro tedesco zoppicante, a patto che entro qualche mese mostriate miglioramenti linguistici.

Secondo: il repertorio da audizione.
In genere tutti i teatri tedeschi chiedono le stesse tre o quattro cose, è quindi importante averle già sottomano prima di pensare di tentare la sorte in Germania. Vediamole insieme:

  • Il Finale II delle Nozze di Figaro di Mozart è un must. Ve lo chiederanno in tutte le salse, da capo a fondo, da fondo a capo, saltando qua e là per beccare i cambi di tempo più insidiosi, aspettandovi al varco delle terzine di Antonio. Importantissimo far sentire bene, anzi benissimo la pronuncia italiana. Cantate con chiarezza, senza mai perdere di vista l’aspetto teatrale della scena. Questa padronanza dell’elemento teatrale e testuale, oltre ovviamente a una buona competenza pianistica, vi porrà già in primo piano. Vi prego, lo dico sempre anche ai miei allievi, non fate figuracce con spartiti scaricati da IMSLP o malamente fotocopiati da una vecchia Ricordi. L’unica edizione con cui potete presentarvi è questa, se ce l’avete bene, se non ce l’avete procuratevela assolutamente! Se volete risparmiare qualche euro prendetela sul sito tedesco di amazon (la trovate a questo link). Se poi volete strafare e lavorare di fino l’opera, vi consiglio anche la partitura orchestrale sempre Baerenreiter nell’edizione piccola da studio.
  • In genere viene chiesto un brano d’insieme di Richard Strauss, a scelta tra i seguenti:
    Rosenkavalier, dall’inizio al numero 27 (di solito), pag. 5-15 di questo spartito.
    Elektra, Mägdeszene (dall’inizio all’ingresso di Elektra al numero 35 (pag. 5-20 di questo spartito)
    Salome, Judenquintett: dal numero 188 all’ingresso di Herodias (numero 204) (pag.97-108 di questo spartito)

    Come consiglio personale, non concentratevi solo su Rosenkavalier: in apparenza il più accessibile dal punto di vista tecnico e armonico (anche se in realtà cela una grande complessità tecnica e di gestione della scena), ma non tutti i teatri lo mettono in programma nelle proprie audizioni, quindi meglio avere anche uno degli altri due quintetti sotto le dita.

    Se ai primi due punti troviamo i must have, come terzo brano da audizione in genere i teatri sono più creativi. Statisticamente, ho notato che se la giocano Carmen e Boheme, ma dipende anche dalla programmazione che il teatro ha in corso.
  • Il classico brano estrapolato da Carmen è il quintetto (Nous avons en tête une affaire), difficile sia tecnicamente che per la lingua, per chi non masticasse un po’ di francese. Tuttavia è un brano che consiglio di preparare. A seconda del teatro, del direttore e del regista con cui vi capiterà di lavorare, ci sono diverse edizioni con differenze abbastanza rilevanti tra loro (voci scambiate, recitativi tagliati da Bizet stesso per l’Opera Comique…) e vi consiglio spassionatamente di averne almeno un paio in libreria: a questo link trovate l’edizione Ricordi, mentre se volete la Alkor (che ha un’impaginazione decisamente migliore, più grande e leggibile) cliccate qui. In ogni caso per il quintetto non fa differenza su quale edizione studiate.
  • Per quanto riguarda la Bohéme invece solitamente si chiede il primo quadro dall’ingresso di Schaunard all’uscita di Benoit, oppure il secondo quadro (sono papabili sia la scena iniziale con i solisti e il coro, sia l’ingresso di Musetta fino al Valzer, sia la parte dopo il Valzer di Musetta con il cambio di tempo per l’ingresso della banda). E’ ovviamente uno spartito imperdibile nella raccolta musicale di qualsiasi maestro collaboratore, ma se per caso ancora vi mancasse, ecco il link per acquistare lo spartito e la partitura Ricordi.

Questo è il pacchetto iniziale senza il quale non vi consiglio di pensare di inviare le vostre candidature.
Per proporsi a un teatro infine, la cosa migliore è quella di attendere l’uscita di un bando per Korrepetitor o Solorepetitor (per ulteriori approfondimenti vi rimando a questa breve serie di articoli sulla professione del maestro collaboratore in Germania), oppure di inviare una candidatura spontanea a un teatro. In ogni caso sarà necessario attendere una Einladung, cioè un invito a prendere parte all’audizione indetta dal teatro, che è sempre a numero chiuso e a discrezione della direzione del teatro.
Fondamentale quindi fare una bella impressione già con la mail di Kandidatur: deve essere scritta in tedesco fluente o ottimo inglese (niente Google Translate né cugini che lo sanno perché guardano le serie tv sottotitolate, bitte!) e contenere:

– breve presentazione
– CV schematico (meglio se di tipo europeo), NON il CV artistico da programma di sala che in Germania chiamano Bio
– se disponibili (ma non necessarie per il maestro collaboratore), una o più lettere di raccomandazione (Empfehlungsschreiben), ovvero brevi referenze scritte da musicisti o docenti di chiara fama che potrebbero far balzare la vostra Kandidatur in cima alla pila delle Einladungen.

In bocca al lupo, anzi Toi toi toi!

Per qualunque dubbio o domanda contattatemi pure sulla pagina FB o per mail a pianistiallopera@gmail.com!

[M.C.]

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