La Boheme: aspettando il Workshop (giugno 2019)

E’ iniziato tutto qualche mese fa. Quando mi è stato chiesto di tenere un Workshop a tema operistico dedicato a maestri collaboratori, cantanti e direttori d’orchestra, sono letteralmente andata in fibrillazione e il mio cervello ha iniziato a sparare fuochi d’artificio e coriandoli. Quante possibilità, quanti capolavori, quante idee possibili da mettere in pratica! Un mondo potenzialmente infinito mi si stendeva davanti, e presto ho dovuto ammettere il fatto che il primo, enorme problema da affrontare riguardava proprio questo: come riuscire a circoscrivere l’argomento e il target senza perdere la bellezza dell’idea? La parola “Boheme” mi è affiorata in mente quasi naturalmente, come se fosse lì ad aspettarmi da sempre: la storia eterna della gioventù scanzonata che sorride alla vita tra i tetti parigini nonostante le mille difficoltà è sempre stata nel mio cuore in modo istintivo fin dai miei primi passi nel mondo dell’opera.

Mi piaccion quelle cose che han sì dolce malia,
che parlano d’amor, di primavere…
Che parlano di sogni e di chimere,
Quelle cose che han nome poesia.

La Boheme, un microcosmo eterno

Puccini sapeva di aver creato un piccolo miracolo. La sua continua insistenza sui dettagli del libretto al punto da esasperare Giacosa e Illica (“Ho sprecato più carta per poche scene di Boheme che per nessuno dei miei lavori drammatici!” commentava Giacosa), costretti a scrivere e riscrivere intere scene e a vedere cestinate senza riguardo ampie sezioni del lavoro, mostrano come il compositore avesse già ben chiaro in mente il mondo di Mimì e Rodolfo in tutte le sue sfaccettature, dall’angusta soffitta al chiassoso Quartiere Latino della vigilia di Natale.
Sebbene brani come “Che gelida manina” e “Donde lieta” indichino chiaramente chi siano i grandi protagonisti dell’opera, ascoltando la Bohéme proviamo inevitabilmente una sensazione di familiarità un po’ con tutti i personaggi e gli ambienti in cui si svolge la vicenda.
Ci immedesimiamo a turno in Marcello o Rodolfo, Mimì o Musetta; tutti noi abbiamo un amico chiassoso e spaccone come Schaunard, sicuramente in ogni compagnia di amici ci sono un brontolone misogino o un inguaribile romantico e con ogni probabilità abbiamo almeno almeno una volta nella nostra vita pensato di farla franca col padrone di casa inventandoci qualche scusa per non pagare l’affitto.
La Boheme siamo noi. L’ha vissuta Puccini stesso nei suoi anni giovanili e l’ha riversata nella sua musica, l’abbiamo vissuta noi stessi partendo per un Erasmus o affrontando con incertezza e incoscienza i nostri primi viaggi di lavoro, la vivranno i nostri figli qualunque strada prenderanno nella vita.
La Boheme non è soltanto una storia.
E’ una stagione della vita, un lampo di giovinezza, una parte importante della nostra memoria. Una parte che amiamo, talvolta visceralmente e inconsapevolmente, proprio perché volenti o nolenti sappiamo che ha una fine: Puccini ci sbatte in faccia con crudezza la fine più crudele, la morte silenziosa di Mimì che fin dal primo colpo di tosse si presagisce ma non si vuole ammettere.

Ho tante cose che ti voglio dire, o una sola ma grande come il mare.
Come il mare profonda ed infinita: sei il mio amore
e tutta la mia vita.

Workshop operistico a Trezzo sull’Adda

Sarà un weekend alla scoperta dell’opera per chi non la conosce e un approfondimento a 360 gradi su partitura, libretto e interpretazione per chi vuole sviscerarla più a fondo. Il corso si terrà a Trezzo sull’Adda dal 14 al 16 giugno accanto ad altri workshop (jazz, coro e violino) e si rivolge a maestri collaboratori, direttori e cantanti. Le lezioni mattutine saranno principalmente rivolte allo studio dello spartito e della partitura per pianisti e direttori, a cui si affiancheranno i cantanti nel pomeriggio. Non mancheranno momenti aperti al pubblico, tra cui si segnalano la conversazione musicale “Luoghi e affetti nella Boheme di Puccini” sabato 15 giugno alle ore 18 e il concerto dei migliori allievi del corso domenica 16 alle ore 21 presso la Sala degli specchi di Villa Crivelli.

Per chi volesse iscriversi al workshop o ricevere informazioni aggiuntive è possibile contattare il sito web del festival o inviare un’email a Pianisti all’Opera (pianistiallopera@gmail.com).

[Margherita Colombo]

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